Nuove iscrizioni – Comunicato ai richiedenti l’iscrizione

Preso atto che sono pervenute numerose rischieste di iscrizione, molte delle quali avanzate in maniera irrituale, si invitano i colleghi a far pervenire nuovamente tali domande, servendosi unicamente nei moduli predisposti nell’apposita sezione, unici validi ai fini dell’autocertificazione dei requisiti per l’iscrizione previsti dall’attuale statuto.

 

Il direttivo

Iscrizione dell’Avvocato Timtik nell’albo d’onore

All’esito del Consiglio Direttivo del 10/09/20 la Camera Penale di Torre Annunziata delibera l’iscrizione dell’Avvocato Ebru Timtik, alla cui memoria, in occasione della celebrazione programmata per il giorno 28/09/20 verrà piantato un ulivo.

 

“Quest’ulivo, simbolo di pace e di speranza viene piantato, a cura della Camera Penale e del COA di Torre Annunziata, il 28 Settembre 2020, a preenne memoria dell’Avvocato Ebru Timtik, martire della libertà e vittima della tirannia, la quale, in 238 giorni di sciopero della fame, protratto sino all’estreme, fatali conseguenze, nell’inutile appello per la celebrazione di un giusto processo, ha, con il sacrificio della sua giovane vita, reso onore all’avvocatura mondiale, testimoniandone l’incorruttibile impegno della difesa, della libertà e della giustizia.”

rassegna stampa Timtik

 

 

La protesta dei penalisti avverso le disposizioni per l’accesso agli uffici di Procura.

All’esito del Consiglio Direttivo del 10/09/20 la Camera Penale di Torre Annunziata esprime, con il seguente comunicato, la propria totale contrarietà alle linee organizzative elaborate per l’accesso agli Uffici della Procura della Repubblica.

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La Camera Penale di Torre Annunziata, presa visione dell’ordine di servizio n.310/2020 a firma del Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata – Dott. Fragliasso, esprime il proprio fermissimo dissenso nei confronti delle risoluzioni, in esso contenute, di radicale rigetto delle pur ragionevoli proposte avanzate dagli Avvocati.

Se è vero che ancora non si sono realizzate condizioni di sicurezza analoghe a quelle precedenti l’epidemia Covid 19, è altrettanto vero che neppure permangono le medesime condizioni del cd “lockdown”.

Invece, il richiamato ordine di servizio ripropone, pressocchè per intero, le prescrizioni vigenti nel periodo della totale chiusura, mostrandosi ignaro che, nel frattempo, il Paese è tornato al lavoro e che attività di servizio, pur potenzialmente esposte a maggiori pericoli di contagio, non possono essere vietate o rifiutate.

La proposta dei penalisti di consentire, in aggiunta all’accesso dei prenotati, l’ingresso nei locali della Procura, con la procedura del rilascio di appositi pass, di altri 5 avvocati alla volta, con divieto di ulteriori accessi, se non alla progressiva uscita di quanti già entrati, era, e rimane, ragionevole e corretto equilibrio tra le esigenze non contrapponibili di tutela della salute e del diritto di difesa, del quale l’accesso nelle segreterie costituisce irrinunziabile declinazione.

Locali e corridoi della Procura sono, peraltro, di sufficiente ampiezza per consentire quanto richiesto ed assicurare il rispetto delle uniche regole attualmente obbligatorie: disifenzione della mani, uso delle mascherine e distanziamento di un metro.

Si legge, invece, nell’indicato ordine di servizio che il rigetto delle richieste dei penalisti è lodevolmente ispirato dal desiderio di evitare pericolosi assembramenti, dei quali, se venisse modificata la disciplica vigente, gli avvocati potrebbero rendersi responsabili negli spazi interni ed immediatamente esterni alla Procura.

L’affermazione è ingiuriosa, giacchè attribuisce ai difensori una patente di irresponsabilità, come se gli avvocati, ogni giorno, non avendo altro da fare, decidessero di recarsi nel Palazzo di Giustizia, non già per adempiere ai propri doveri, ma per creare assembramenti e condizioni di pericolo, oltre che per loro stessi, soprattutto per il personale della Procura.

Inaudito ed inaccettabile !

Pur riconoscendo la professionalità del personale amministrativo, non si è troppo lontani dal vero nell’intuire che l’ordine di servizio abbia inteso andare incontro alla volontà di alcuni dipendenti, desiderosi di lavorare con prosecuzione dell’attuale disciplina, evidentemente a loro più gradita.

Sconcerta, in tal caso, che queste istanze ricevano maggior riscontro che non le tutele del diritto costituzionale di difesa, del quale gli avvocati sono i garanti ed i tutori.

Per tali ragioni, la Camera Penale di Torre Annunziata considera inaccettabile il richiamato ordine di servizio e si riserva le ulteriori, necessarie ed anche dure determinazioni.